Il Mare e la fede negli ex voto del Santuario dell'Annunziata di Trapani
L'ex voto, inteso come espressione di ringraziamento per una grazia ricevuta, è divulgato nella tradizione popolare in molteplici modi. Ciò che caratterizza e accomuna gli ex voto è il fattore mistico che coincide con il semplice gesto di riconoscenza che il credente compie con devozione e dal quale riceve appagamento. La promessa di fede per il miracolo o la grazia ricevuta non è palesemente divulgata, ma custodita nell'intimità di un patto spirituale con Dio e la donazione fatta alla Madonna o a un Santo per aver ricevuto una grazia, una guarigione o aver avuto salva la vita, corrisponde a una sorta di impegno che va ben oltre la gratitudine. Gli ex voto hanno sempre riscosso l'interesse di studiosi e appassionati collezionisti e la curiosità della gente comune.
Quelli di carattere marinaro sono riconosciuti tra i più suggestivi per l'efficacia con cui rappresentano la drammaticità del pericolo scampato e l'immediato sollievo ottenuto per intercessione del santo invocato, che viene raffigurato, generalmente, nella parte alta dell'affresco in una visione celestiale incorniciata da luce e nuvole. Dipinti per lo più su tavole lignee di piccole dimensioni, gli ex voto marinari riescono a sintetizzare con elementare genuinità l'antefatto, il senso di pericolo, il terrore per l'evento subito e la grazia ricevuta. I loro elementi dominanti sono la barca e l'uomo, deciso a difendersi e a sopravvivere con tutte le sue forze alle condizioni ostili della natura. D'altronde la via del mare, che abbiamo l'abitudine di collegare al tempo libero o alle grandi imprese, per i marinai è spesso associata alla sfera emozionale della paura e negli ex voto una tempesta in mare o l'inquietudine di un naufragio sono traslati dall'equipaggio alla barca che diviene protagonista, per tipologia e nome, dello scampato pericolo e della salvezza. Ma la barca è anche il mezzo attraverso cui gli uomini procacciano da vivere per sé e per le proprie famiglie e averla salva è salvare anche il proprio mestiere.
Anche se molti di essi sono ormai dispersi, gli ex voto marinari costituiscono una vera e propria tradizione presente in tutto il bacino del Mediterraneo, ancora visibile, in Italia, all'interno di molti musei o di chiese. Nel Santuario dell'Annunziata di Trapani ve ne sono un centinaio, tutti dedicati alla Madonna di Trapani, la cui storia è singolare e il cui culto vivissimo. Così come leggenda narra, la statua di questa Madonna, proveniente forse dall'isola di Cipro o dalla Siria, di proprietà di un Cavaliere Templare di nome Guerreggio, fu imbarcata, destinazione Italia, per essere sottratta agli infedeli. Durante il viaggio, una tempesta costrinse la nave che la trasportava a fermarsi a Trapani e da lì non ripartì mai più, perché ogni volta che si tentava di muoverla, eventi miracolosi ne impedivano l'imbarco, come se la Madonna non volesse più abbandonare la città. Negli ex voto dell'Annunziata, cronologicamente collocabili tra il XVIII e il XX secolo, le raffigurazioni di imbarcazioni sono maggiormente presenti nei dipinti del XVII e del XVIII secolo accanto alla formula "V.F.&G.A." (Votum Fecit et Gratiam Accepit). L'offerente è il marinaio che ha ricevuto la grazia o il comandante della barca. L'iscrizione abbreviata "V.F.G.A.", traslata in dialetto siciliano, assume curiosamente le caratteristiche di una filastrocca popolare corrispondendo al dialettale Votu Fatto e Grazia Avuta.
In alcune tavolette votive sono indicati il giorno, il nome e la tipologia della barca, in altre la formula "V.F.G.A." è sostituita da "P.G.R." ("Per Grazia Ricevuta").
La selezione iconografica degli ex voto che pubblichiamo è un eloquente esempio di arte popolare che non tiene conto tanto dell'aspetto pittorico o artistico delle opere, la maggior parte delle quali è di fattura rudimentale, dal tratto incerto e maldestro di un improvvisato artista, quanto piuttosto del legame col territorio trapanese e delle tipologie di imbarcazioni da lavoro come Leutelli minori, Schifazzi, Bilancelle, Tartane, Barca Longa e Tonnare che, oltre a rappresentare un interesse culturale per la storia della marineria del Mediterraneo, testimoniano anche la naturalezza e la semplicità dei sentimenti dei fedeli creando un inscindibile vincolo tra il Mare e la fede. Questo tipo di tavolette riporta infatti alla memoria le benedizioni celebrate in mare e la religiosità della gente di mare, incline alla superstizione, ma di fede immediata e potente.
Daniela Scandariato, storica dell'arte trapanese, sottolinea l'importanza dei dipinti votivi di questo Santuario, nei quali è possibile riscontrare la mano di artefici di differente livello qualitativo, in massima parte anonimi, fatta eccezione per un 'P. Croce', attivo sullo scorcio del XIX secolo e un 'Salvatore Mazzeo', attivo nel terzo decennio del XX secolo.
Nonostante le opere della chiesa dell'Annunziata siano, come abbiamo detto, datate tra il XVIII e il XX secolo, recenti indagini archivistiche hanno dimostrato, come la stessa Scandariato ci riferisce, che "la produzione di tavole votive presso il celebre Santuario, tradizionale meta di pellegrinaggi da tutto il bacino del Mediterraneo, risulta certamente documentata già a partire dal XVI secolo. Dai libri mastri del convento affiorano infatti i nomi di maestri che già nel 1579 ricevettero dai frati carmelitani dei compensi per la "pingitura di Settanta Sei tavuletti delli Miracoli". Si trattava dei poco noti Nicola Galluzzo e Narciso Guidone pinturi trapanesi, che lavorarono anche alle pitture a fresco, oggi non più esistenti, per la Chiesa del Carmine di Trapani".
Diverse sono le testimonianze orali raccolte e i ricordi di 'scampate tempeste' culminate nella realizzazione di ex voto. Alberto Virzì, 81 anni trascorsi in mare a pescare, ricorda ancora l'ex voto offerto dal bisnonno alla Madonna di Trapani dopo essere fuggito da Sfax e quello fatto dipingere da suo padre e dallo zio per uno scampato temporale: "dopo una tempesta riuscirono ad atterrare a Palermo - riferisce il pescatore rinverdendo il racconto paterno - e trovarono sul molo i pittori che per pochi soldi dipingevano tavolette votive. Ad uno di essi affidarono l'immediata realizzazione della loro tavola che portarono subito al Santuario trapanese." Quell'ex-voto, nel quale il pittore palermitano, non conoscendo l'effigie della Madonna di Trapani, la dipinse con il mantello rosso di Santa Rosalia, è ancor oggi esposto nella chiesa della SS. Annunziata.
Sedici di queste tavolette sono state presentate nel 2005 al Museo Pepoli di Trapani in un articolato percorso espositivo nel quale la contemporanea presenza di modellini di barche in uso nel Mediterraneo e di opere pittoriche e d'arte applicata raffiguranti soggetti associati alla marineria, ha potuto offrire al visitatore una rara opportunità di confronto il cui denominatore comune era il Mare che, come sostiene Marisa Famà, direttrice del Museo, "tra gli elementi della natura è quello che ha più stimolato l'intervento da parte degli artisti di tutte le epoche non solo per le sue suggestioni coloristiche ma anche per l'umanità che lo ha sempre attraversato." E il Mare e la fede ritornano ancora, come elementi ricchi di significato, anche in autori recenti di tavolette votive, come racconta la pittrice trapanese Mariella Triolo, a cui è stato commissionato l'ultimo ex-voto della basilica della SS. Annunziata: "Non ho voluto alcun compenso economico, è stato un momento importante della mia vita, ho ringraziato il cliente che mi ha chiesto di dipingere il quadro, perché mi ha dato la possibilità, attraverso la sua Grazia, di ringraziare la Madonna".