Joseph Meo, il poeta del mare
Joseph Meo è nato a Wellington nel 1961. Figlio d'arte, si può dire. Un nonno pescatore, l'altro antiquario. Il mare l'ha vissuto da bambino, tra le reti del suo progenitore. L'idea dell'arte l'ha respirata nella bottega di suo nonno a Sorrento e quell'archetipo è rimasto dentro di lui diventando nel tempo visione, pensiero, concetto, realtà. Non ne può fare a meno, lui, di creare, ovunque vada nel mondo.
Gli occhi scuri come l'abisso, se ne sta lì a trasformare materia, qualunque essa sia, in un'opera d'arte. Talvolta usa la sgorbia senza nemmeno guardare. Non è eccesso di manualità, il suo, ma l'inesauribile scoperta della forma che spontaneamente si autocrea, la mente che inconsapevolmente forgia e suggerisce le manovre al cervello. Il risultato è poesia. Poesia che anima tutte le sue sculture di mare.
La forma del legno lo ispira. Ne prende un pezzo, lo gira tra le mani, guarda la fine del mare, lo accarezza e inizia a lavorarlo. Quel pezzo diviene un'idea e prende corpo come la forza. La forza che lui stesso ha avuto per sfangare la vita e superare i suoi dolori. Tocca il legno, lo accarezza coi palmi, lo sente profumare. Finalmente lo guarda. Il lavoro è ormai terminato. Lo anima col suo soffio, un prana vitale ed eterno.
Vive a Massa Lubrense, Joseph, in un casale di campagna. Frequenta spesso, così come poeti e scrittori frequentavano il 'Giubbe Rosse' di Firenze, l'antico Cantiere Navale del Legno dell'amico Nino Aprea che nella Marina Grande di Sorrento plasma ancora il perfetto gozzo sorrentino e ristruttura barche di grande storia e alto contenuto poetico. Con loro Joseph ascolta i racconti del mare e con loro ricuce i sensi delle barche in restauro.
Sono sue le sculture sul gozzo Pianosa e su molte altre barche che lui non nomina nemmeno. Perché per lui l'importante è creare. Ci plasma tutti i suoi ricordi là dentro, le immagini acquisite fin da quando, ventenne, girava tutta l'Europa del Nord. Nascono così le sue sirene arcaiche, le polene policrome, i decori dei vecchi gozzi da pesca e si animano come il suo primo lavoro, un timone come una Sirena pronto a solcare la rotta dell'infinito mare.
Andatelo a trovare, Joseph, e riscoprirete la lirica del mare.
A proposito, non ha il cellulare!