Il varo museale, Livorno 9 giugno 1881 - 9 giugno 2009
...E' l'alba. Un anziano signore scende a fatica da un vagone ferroviario, il suo nome è Orlandino Troccoli, pronipote di Pietro.Tutta la notte l'ha passata in treno, da Camerota a Livorno, per rivedere il 'suo' Leone riportato a nuova vita. Accompagna la 'sua' barca sulla banchina del Molo Mediceo, scena del varo, e la accarezza, come fosse il più bel ricordo della sua vita. Il palco è pronto. La storia del Leone e le fasi del suo recupero sono raccontate in 4 pannelli e sulle parole del Comandante Fondacaro campeggiano l'Alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, conferiti ad ARIE per il prezioso contributo alla cultura. Con esse le Partnership del Comando Generale della Guardia di Finanza, immancabile e prezioso Aiuto, e del Quotidiano 'La Nazione' a cui fanno da corollario i bei disegni dello Studio Faggioni, disegni avvolti in bandiere tricolori che profumano di Patria.
Le Poste Italiane annullano il francobollo di Garibaldi con l'effigie del Leone nel giorno della sua rinascita. Brochure e cartoline commemorative volano tra le mani di un pubblico in muto ossequio davanti a quella piccola barca che ha compiuto quella così immensa impresa. Il Gran Pavese è in festa. Le bandiere d'Italia e dell'Uruguay sventolano in segno di unione e fratellanza. Calcheranno la scena solo Autorità e Istituzioni, pronte, questa volta, a riconoscere la giusta onorabilità ai tre eroi. Le Autorità di Livorno siedono accanto a Guardia di Finanza, Carabinieri, Capitaneria di Porto, Marina Militare. Accanto al Console de la Republica Oriental del Uruguay in Toscana, Dott. Silvio Fancellu, Camera di Commercio, Assonautica, Autorità Portuale e ANGOPI di Livorno, il Comune di Bagnara Calabra e la Tavola di Livorno dei Fratelli della Costa. L'Associazione Nazionale Garibaldina con le sue camicie rosse e tanto di bandiera ha risposto entusiasta al mio invito. Silenzio.
Le note di una rara edizione del Nabucco, registrata dal vivo al S. Carlo di Napoli nel 1949, aprono la cerimonia. Il "W l'Italia!" della storica platea partenopea, urlato tra un bis e l'altro, stringe il cuore della platea labronica. Giulio Guazzini, autorevole voce narrante, impugna il microfono, il 'pater veli recentis' Cino Ricci è padrino della manifestazione. Si dà lettura della lettera che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha inviato ad ARIE, poi di quella del Centro Studi Storici del Museo Navale di Montevideo. Chiedo un applauso non per quanto oggi abbiamo fatto, ma per il Comandana la barca e Giuseppe Garibaldi. Si parte per Mai'Na dove il Comune di La Spezia e Stefano Faggioni hanno reso possibile anche questo piccolo miracolo. Il Museo a Camerota non c'è. Il Leone torna nel cantiere di Livorno. Cino Ricci lo vorrebbe in un cubo di vetro sul mare, molti musei hanno offerto il loro aiuto pro tempore, ma il silenzio ha di nuovo avvolto tutto.
Se ARIE ha dato felice compimento alla sua missione è stato solo per la stessa caparbietà e per quella 'lucida follia' che convinsero Grassoni e Troccoli a seguire il Comandante Fondacaro. Avevamo due anni per terminare il restauro museale. Abbiamo rispettato i patti, trovato consensi e ottenuto importanti riconoscimenti istituzionali, accollandoci oneri che esulavano il nostro impegno scritto ed esponendoci anche economicamente. Il 9 giugno 2009, in una collaborativa Livorno, ARIE è stata lieta di presentare il 'varo museale' del Leone di Caprera...
Ringraziamenti e contributi speciali
Oltre agli Enti e ai Comuni coinvolti già citati è doveroso sottolineare l'attenzione prestata dall'Istituto Centrale per il Restauro di Roma nell'approvazione del progetto di restauro presentato da ARIE.
Un ringraziamento particolare alla Guardia di Finanza, il cui Comando Generale ha concesso per questo prestigioso trasporto l'utilizzo dei mezzi del Centro Navale di Formia idonei e delle scorte, a sottolineare la testimonianza della sensibilità del Corpo per gli interventi e la collaborazione nel settore storico e velico.
Non nuovo il contributo degli uomini delle Fiamme Gialle alla memoria storica del Leone di Caprera.
Brevi cenni storici
Il Leone di Caprera, il cui nome è una dedica all'eroe dei due Mondi, è un 'piccolo guscio di noce' protagonista di una straordinaria traversata dell'Oceano Atlantico compiuta da tre coraggiosi e determinati marinai italiani.
Il capo della spedizione Vincenzo Fondacaro di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), e i suoi due compagni Orlando Grassoni di Ancona e il cilentano Pietro Troccoli di Marina di Camerota (SA), partono infatti il 3 ottobre 1880 da Montevideo (Uruguay) alla volta dell'Europa, che raggiungono dopo varie peripezie il 9 gennaio 1881 entrando a Las Palmas (Isole Canarie).
Il Leone di Caprera arriva in Italia solo nel giugno del 1881, quando una nave lo trasporta nel porto di Livorno. L'imbarcazione è quindi esposta nel laghetto della Villa Reale di Monza e successivamente all'Arsenale di Venezia. Dal 1932 entra a far parte del Civico Museo Navale Didattico di Milano. Nel 1953 il Leone di Caprera è trasferito al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove rimane fino all'agosto del 1995, quando viene trasferito a Marina di Camerota.
Da allora l'imbarcazione è ricoverata ed esposta al pubblico presso la grotta di Lentiscelle.
Scheda tecnica
Nome: Leone di Caprera
Luogo e data di costruzione: Maestro d'ascia: Luigi Briasco di Montevideo (Uruguay), 1879
Varo: Montevideo (Uruguay), marzo 1880
Tipo: Imbarcazione da diporto tipo baleniera, con armo ibrido.
Caratteristiche: Costruzione in legno a fasciame longitudinale di algarrobo, con fasciame interno parziale. Strutture in massello di algarrobo, con chiodagione interamente in rame. Ponte di coperta in filarotti di noce, pino bianco e cannella. All'interno si nota la presenza di due cilindri di rame sigillati, aventi funzione di "riserva di spinta" (per aiutare il galleggiamento in caso di infiltrazioni d'acqua per cedimento del fasciame). Dimensioni: lunghezza f.t. 10,50 metri, larghezza 2,30 metri, puntale 110 centimetri circa, altezza di costruzione a prua 160 centimetri circa.
Proprietà: Comune di Milano, Civiche Raccolte Storiche - Museo del Risorgimento